Le parole e il silenzio. È possibile imparare a pensare a partire da Pierce, Lacan e Heidegger?

Cosa significa pensare?
Esiste la possibilità di produrre una parola piena? Esiste la possibilità di pensare la realtà, l’essere?
Queste domande significano che ci si interroga di nuovo, ritenendola la cosa principale, su cosa vuole dire pensare. Ciò implica l’esigenza di condurre un’indagine sul senso del pensiero e sulla possibilità di imparare a pensare.
Infatti a tale domanda, qui articolata nella sua semplicità più banale – ma in realtà di una complessità disarmante –, tutta la filosofia occidentale ha cercato di dare una risposta.
In generale porsi delle domande, il modo di porsele, implica già che in esse stesse vi sia la risposta. Si possono porre delle false domande, delle domande sbagliate, distorte o delle domande retoriche; in quest’ultimo caso già si conosce la risposta a cui si vuole arrivare e pertanto non si raggiungerà mai alcun risultato originale. In verità ogni domanda è una domanda retorica, nel senso del circolo ermeneutico di Gadamer. Porsi delle domande, dopo Gadamer, deve tenere conto necessariamente della circolarità ermeneutica. Le domande che ci possiamo porre, che si possono porre ai testi, sono determinate necessariamente dal mondo entro cui viviamo, dalla cultura che ci appartiene. Esiste una precomprensione di fondo o meglio di sfondo che condiziona necessariamente la domanda. Anche senza esserne consapevoli e credendo di porre delle domande originali e originarie, si è condizionati dal mondo in cui si vive, dalla nostra cultura, dall’epoca storica in cui si è collocati; il nostro spirito personale non è uno spirito originale. Lo spirito, proprio nella sua apparente particolarità, incarna sempre una determinata epoca.
Se siamo cittadini del mondo, e si è presenti alla propria contemporaneità, se si è pensata la contemporaneità, se si riesce a cogliere il suo senso più profondo, ci si pone quelle domande che la nostra epoca si pone; se, invece, si vive dentro un mondo personale limitato, allora tale mondo è lo sfondo dentro cui collocare le nostre domande e le nostre domande saranno limitate da questo mondo personale o provinciale. In ogni caso, qualsiasi domanda ci si pone sarà sempre limitata storicamente e quindi le risposte che si avranno, se si avranno, saranno originariamente limitate.
il volume è le seconda edizione di quello pubblicato nel 2016 con Simple di Macerata.

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Valere e nulla. Aforismi filosofici sulla natura del soggetto umano. Appunti per una meta-metafisica del valere

Libro composto da 112 riflessioni isolate ma fortemente concatenate l’una con l’altra, la lettura di una sola non è quasi mai sufficiente a comprenderne il senso profondo.
Il tema principale è il rapporto che si instaura tra il soggeto umano, la sua volontà egoistica di valere e lo scoprirsi nulla.
L’uomo crede di essere qualcosa, crede di essere un individuo fondato sul proprio io, ma dipendendo totalmente dagli altri e dalle cose che lo circondano è in realtà assolutamente subordinato, completamente altro da una qualche sostanza individuale.
La sua realtà non è un elemento positivo, un essere, ma negativo, un non essere, perchè è costitutivamente mancante e dominato dalla contingenza. (dalla quarta di copertina)

Dal testo di presentazione dell’Autore:

Si tratta di un libro quasi aforistico, poiché composto da 112 riflessioni, ma dato che sono fortemente concatenate, la lettura di una sola non è quasi mai sufficiente a comprenderne il suo senso profondo.
Lo potrei definire un libro di filosofia, ma non è solo questo, vi è anche una forte influenza della psicoanalisi, specificatamente lacaniana, e di certa sociologia.
Il libro vorrebbe essere il tentativo di un percorso che mira a conoscere meglio il se stesso.


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Bianchi. Raccolta di saggi nel bicentenario dell’autonomia amministrativa 1820-2020

Prefazione di Pasquale Taverna.

Il volume — la cui edizione è stata curata da Mario Gallo, autore anche di diversi contributi — esce nel 2020, anno in cui il Comune di Bianchi (CS) festeggia i primi 200 anni della sua autonomia amministrativa. Si tratta di una raccolta di saggi di vari autori aventi il comune scopo di illustrare aspetti della storia e delle peculiarità del Comune. Questi sono i contributi presenti nel volume:

  • Prefazione,  di Pasquale Taverna, Sindaco di Bianchi
  • Premessa, di Mario Gallo
  • Bianchi: argomentazioni storiche per il Bicentenario dell’autonomia amministrativa, di Mario Gallo
  • Ferrovia Cosenza-Catanzaro, salvaguardia dei comuni montani e mantenimento del territorio: lettera aperta del Sindaco di Bianchi al Presidente della Regione Calabria, di Pasquale Taverna
  • Per una storia del Museo delle pergamene, a cura di Rino Pascuzzo
  • Sindaci, commissari prefettizi e podestà del Comune di Bianchi, a cura di Rino Pascuzzo
  • La chiesa di San Giacomo Apostolo, di don Giuseppe Trotta
  • Rapporti religiosi, sociali, economici e culturali tra i Cistercensi di Corazzo e gli abitanti della Città di Scigliano e i suoi casali, di Mario Gallo
  • L’idea del tempo in Gioacchino da Fiore, di Antonio Maria Pulerà
  • Bernardino Telesio a Corazzo, di Francesco Muzio Chiodo
  • Pagine illustri di Bianchi, di Maria Luisa Amoroso
  • Il contributo della comunità biancara al Risorgimento italiano, di Rino Pascuzzo
  • Una famiglia di patrioti: Ferdinando Bianchi, i fratelli e il padre Costantino: una vita di lotte per la Libertà e per l’Unità d’Italia (1820-1860), di Michele Chiodo
  • I luoghi del tempo, di Mario Bianco
  • Bianchi in bianco e nero, di Mario Greco
  • Storie di musica biancara, di Luigi Maletta
  • Breve excursus sul movimento migratorio dal 1820 ai giorni nostri, di Saverio Bianco
  • Il castaneto da frutto, storico punto di forza dell’economia di Bianchi: stato di salute e resa, di Vincenzina Scalzo
  • Accoglienza, ricettività e attiità agrituristiche: dal rispetto dell’identità dei luoghi alla pianificazione futura, di Alessio Cristiano
  • Fonti documentarie e bibliografiche, di Mario Gallo

Volume con moltissime immagini a colori di documenti, personaggi e luoghi.


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Le parole e il silenzio

È possibile imparare a pensare a partire da Pierce, Lacan e Heidegger?

L’uomo della nostra epoca ha qualche possibilità, muovendosi all’interno delle due coordinate strutturali del silenzio come nulla e delle parole come chiacchiere, di pronunciare una parola piena e quindi sensata che possa cogliere effettivamente l’essere? Chi pensa, per il sol fatto che pensa, pensa l’essere? Se, però, il pensiero profondo, autentico, meditato, che proviene dall’abisso, dall’Assoluto, dal senza forma, non è dato all’uomo, e in particolare all’uomo di oggi, allora non è possibile un pensiero e quindi non è possibile cogliere l’essere? Le parole sono contrapposte alla Parola, al Logos, come il logos soggettivo al Logos oggettivo di Eraclito, traducendo nel linguaggio di Heidegger: le parole diventano gli enti e il Logos l’essere. Lo scopo e senso della ricerca riguarda il rapporto tra il nostro essere e le parole, come il nostro essere si manifesta con le parole.


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Lo scorso martedì 24 ottobre a pagina 23 il Quoditiano del Sud ha pubblicato una recensione del mio libro Decollatura. Volume I.

Ringrazio l’autore, l’amico prof. Pasquale Taverna sempre attento alle tematiche culturali e ai principali eventi che interessano il territorio. Ecco l’articolo:

 

Il Quotidiano del Sud

Il Quotidiano del Sud - Articolo del prof. Pasquale Taverna


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