Storia di Corazzo

Classi IV sez. F e G; lavoro svolto nell’a.s. 2016/2017.

Il progetto “Alternanza scuola-lavoro” è utile per sfruttare le capacità scolastiche fuori dall’aula, attraverso una breve esperienza di formazione in alcune aziende. L’obiettivo è compiere una ricerca su un particolare argomento, in questo caso l’Abbazia di Corazzo in Calabria, attraverso lo studio di alcune fonti, la realizzazione di fotografie, il rilievo dei ruderi e la ricostruzione su piattaforma digitale. Con questa ricerca si realizzerà un libro stampato che conterrà immagini dell’abbazia…

(estratto dalla IV di copertina)

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Questa mattina, nell’edizione del programma Buongiorno Regione della sede regionale RAI di Cosenza, all’interno della rubrica di previsioni meteo, finalmente abbiamo visto comparire l’immagine del Reventino con qualche nuvola sulla sua sommità. E’ l’immagine che ogni 5 minuti la webcam del Liceo Scientifico «Luigi Costanzo» invia al sito dell’Osservatorio Meteorologico dell’istituto cui ho dato vita insieme agli studenti e grazie al sostegno del Dirigente Scolastico dott. Antonio Caligiuri.

L’ing. Fabio Zimbo, responsabile della rubrica di previsioni meteo della sede regionale calabrese della Rai, sensibile a quanto si svolge nel territorio della nostra regione, ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione all’uso della nostra immagine del Monte Reventino all’interno del suo programma.

Questa mattina abbiamo per la prima volta visto in onda il nostro caro Monte e, per chi si fosse perso la trasmissione, ecco qui di seguito il breve filmato:

 

Ecco anche la puntata del 21 maggio 2019:

Puntata del 16 ottobre 2019:

Puntata del 28 novembre 2019:

E poi:

Puntata del 12 febbraio 2020

Puntata del 9 marzo 2020 (circa a minuti 7:30):

 

 

 


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Si svolgerà il prossimo Sabato 27 aprile alle ore 16,00 presso il Liceo Scientifico di Decollatura il primo convegno sul dialetto dei paesi del Reventino.

John Trumper

Protagonista dell’evento sarà il prof. John Trumper, docente di Glottologia all’Università della Calabria, grande studioso dei dialetti e della cultura calabresi. Il suo curriculum è immenso e perciò mi limiterò a riportare qualche passo tratto dal sito Academia (cliccare qui per il documento completo).

John Basset Trumper si è laureato in lingue (lingue principali: italiano e rumeno) pressol’University College di Londra; ha proseguito parte della sua formazione soggiornando in questidue paesi, specialmente in Italia, dove è tornato dopo la laurea. Ha ricoperto in seguito l’incarico di Filologia germanica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova dal 1976 al 1980 e quello di Fonetica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pavia dal 1977 al 1979. Nel 1980 ha vinto il concorso a cattedra (1^ fascia) di Glottologia e Linguistica generale: è dunque ordinario dal 1980 in poi di Glottologia presso il Dipartimento di Studi Umanistici (Facoltà di Lettere e Filosofia) dell’Università della Calabria. Egli è membro de jure della Società Italiana di Glottologia e membro dell’Associazione Italiana di Acustica. Come studioso J. B. Trumper si è interessato delle seguenti aree di ricerca ricavabili dalle sue pubblicazioni: fonetica e fonologia; dialettologia romanza e italiana; sociolinguistica; linguistica applicata e fonetica giudiziaria; etnolinguistica; lessicologia e lessicografia; studio dei gerghi romanzi di mestiere; linguistica storica.

Il mio contributo verterà su Michele Pane e il suo rapporto con il dialetto per toccare poi tematiche di carattere generale sul ruolo del dialetto nella società contemporanea, soprattutto in rapporto ai giovani. Attendo con ansia di ascoltare il prof. Trumper che non ho avuto occasione di conoscere se non attraverso Youtube, come nei link seguenti:


Sarà certamente un’occasione per approfondire la conoscenza del nostro dialetto e quindi, in definitiva, della nostra identità.

Durante la manifestazione ci saranno momenti di lettura di poesie e di esecuzione di brani musicali in tema con l’evento.

Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.


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Si è svolto il 22 maggio 2014 presso il Liceo Scientifico «Luigi Costanzo» di Decollatura l’incontro con Francesco Bevilacqua, autore di numerose pubblicazioni sul tema delle bellezze naturalistiche della Calabria e sulla loro valorizzazione. Il titolo dato all’incontro «Cammino, penso quindi racconto…» annunciava chiaramente il contenuto della conversazione e anche la chiave di lettura dell’opera di Bevilacqua.

L’incontro, promosso dal Dirigente Scolastico dott.ssa Patrizia Costanzo in collaborazione con la casa editrice Rubbettino, ha visto la partecipazione di un folto pubblico di studenti, docenti e cittadini e l’intervento del Sindaco di Decollatura dott.ssa Anna Maria Cardamone.

Locandina

Dopo il saluto del Dirigente e del Sindaco ho svolto l’intervento di presentazione di Francesco Bevilacqua e della sua ultima opera Sulle tracce di Norman Douglas. Avventure fra le montagne della vecchia Calabria (Rubbettino, 2012). Il libro è il racconto di una serie di viaggi intrapresi in diverse occasioni da Bevilacqua nella Calabria più profonda e sconosciuta sulle orme del viaggiatore Norman Douglas, un inglese che all’inizio del Novecento scoprì la Calabria e la volle visitare servendosi quasi esclusivamente delle sue gambe.

Sulle tracce di Norman Douglas

 

Nel 1915 uscì a Londra il volume Old Calabria in cui Douglas raccontava le impressioni ricevute viaggiando in una delle ultime regioni selvagge della vecchia Europa. Ne emergeva un quadro allo stesso tempo tragico e struggente di un popolo fiero e nobile ma che non riusciva a comprendere e a proteggere le bellezze uniche che ancora possedeva.

incontro Bevilacqua

L'intervento del Dirigente Scolastico dott.ssa Patrizia Costanzo. Foto di Manuela De Fazio

Intervento prof. Giuseppe Musolino

Intervento prof. Giuseppe Musolino. Foto di Manuela De Fazio

Nel mio intervento ho tracciato un parallelo tra le figure di Douglas e Bevilacqua, tutti e due attratti irresistibilmente dai monti, dai fiumi, dalle tracce lasciate dagli uomini nel corso dei millenni in una regione che meriterebbe migliore fortuna. Quello che segue è il testo del canovaccio seguito nel mio intervento:

Francesco Bevilacqua vive a Lamezia Terme dove è nato nel 1957.

Segue studi classici e si laurea in Giurisprudenza a Firenze. Svolge l’attività di avvocato nella stessa Lamezia Terme.

Subito dopo la laurea, forse anche per la residenza per qualche anno fuori regione,  inizia ad interessarsi al sociale a all’ambiente delle Calabria in cui è tornato a vivere.

Con Italia Nostra e il WWF negli anni ’80 partecipa alle prime iniziative sul tema ambientale che si orienteranno soprattutto nella pressante richiesta dell’istituzione dei Parchi naturali in Calabria per contrastare il degrado e gli scempi che dovunque avanzavano.

Aderisce al CAI, al FAI, è attivo nel Touring Club Italiano, insomma a ogni organizzazione che abbia come scopo la scoperta, la valorizzazione e la tutela del paesaggio e della cultura antropologica degli uomini che lo abitano.

La strada che ha scelto è quella operativa. Non un “ecologista” delle tavole rotonde e dei salotti ma uno che la campagna la batte veramente in prima persona, scoprendo e percorrendo sentieri, frugando nei boschi più inaccessibili, scalando letteralmente le montagne calabresi che, sebbene non alte quanto quelle alpine, sanno essere altrettanto severe con chi sbaglia.

Dai suoi 32000 chilometri di cammino a piedi, ci rimangono racconti e immagini che ha divulgato attraverso la pubblicazione di moltissime opere sia sulle più prestigiose riviste (Bell’Italia, Airone, Rivista CAI, ecc.) sia nei 17 saggi sulla Calabria e la sua natura.

Collabora con la casa editrice Rubbettino, tiene conferenze, insegna in corsi di aggiornamento, partecipa ad attività istituzionali, ha collaborato con la RAI per la produzione di documentari. E poi pratica lo sci di fondo, l’alpinismo e, ovviamente, il trekking. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per la sua attività di scrittore e di ambientalista.

È sposato con figli e, in fondo, è una persona come noi.

Non può bere molti caffè, fa un’alimentazione salutista ma, come noi, non può passare dritto davanti a una bella tavoletta di cioccolata che solo lui sa dov’è perché è lui che l’ha nascosta lì!

«OLD CALABRIA»

L’ultimo libro di Francesco Bevilacqua è «Sulle tracce di Norman Douglas. Avventure fra le montagne della Vecchia Calabria», Rubbettino, 2012.

È il resoconto di una serie di escursioni fatte da Bevilacqua attraverso la Calabria ripercorrendo lo stesso itinerario che all’inizio del ‘900 aveva fatto un viaggiatore inglese di nome Norman Douglas.

«Sulle tracce di Norman Douglas» inizia proprio presentandoci l’opera «Old Calabria» uscita nel 1915 per opera dello scrittore Norman Douglas.

Fu forse proprio l’incontro con questo volumetto, acquistato in una libreria di Firenze dove studiava, che iniziò Francesco Bevilacqua a un mondo che se non ci fosse stato quell’incontro, forse, non avrebbe mai conosciuto. Lo dice l’autore stesso quando parla di quel volume che dopo trent’anni, ancora tocca e legge, legge e rilegge fino a consumarlo.

Il volume scritto da Norman Douglas è uno dei libri di viaggio fra i più letti e longevi. Si inserisce nel filone delle opere pubblicate da viaggiatori stranieri che percorrevano l’Italia alla ricerca delle forti sensazioni nelle regioni più primitive e selvagge.

«Old Calabria» fu pubblicato per la prima volta a Londra nel febbraio 1915 in 1000 esemplari dall’editore Martin Secker e poi in altri 1000 esemplari nel marzo 1920.

Douglas era nato in Austria nel 1868 da padre scozzese ma la sua vita si svolse in Inghilterra prima e poi in Germania. Studiò biologia, scienze naturali, studiò le lingue classiche e quelle moderne, entrambe molto utili per la sua futura vita di viaggiatore.

Era irresistibilmente attratto dall’Italia, specialmente Napoli e le sue isole. Fu un diplomatico per alcuni anni ma ben presto lasciò per vivere unicamente dedicandosi ai viaggi e alla scrittura. Sposato, ebbe due figli ma il matrimonio non durò molto.

Le rendite delle proprietà di famiglia  gli consentirono di vivere senza problemi e allora si trasferì a Capri, che fu dove fissò la sua dimora definitiva, pur alternandovi la residenza con altri posti. Passò il resto della vita tra viaggi, attività benefiche (raccolta fondi per il terremoto in Calabria, riforestazione di Capri, ecc.), avventure sentimentali, pubblicazione di opere. Col passare del tempo la sua situazione economica cominciò a vacillare ma fu sostenuto dagli amici italiani e inglesi che non gli fecero mancare l’aiuto, specie quando la salute cominciò seriamente a cedere. Morì a capri nel 1952.

In «Old Calabria» descrive il suo viaggio attraverso la regione – che visitò molte volte – allora ancora quasi tutta selvaggia, cercando gli angoli più nascosti e arrampicandosi per sentieri impossibili. Nelle sue parole si indovina in più di un’occasione la sua mentalità reazionaria nei confronti della gente calabrese che gli si presentava sporca e brutta, senza trascurare però di ricordare la bellezza delle donne.

A Bevilacqua naturalmente non sfugge questo aspetto di Douglas ma, dice in nostro autore, che «sapeva cogliere dietro l’arretratezza, l’immobilismo, lo sfasciume sociale di quella terra, un’intima, struggente bellezza».

Bevilacqua sceglie di ripercorrere l’itinerario di Douglas perché il loro modo di viaggiare è uguale. Entrambi preferiscono la fatica, il passaggio ravvicinato con il terreno, la strada, gli alberi, insomma tutto quello che riescono a vedere i viaggiatori che si muovono con le loro gambe.

La fatica fisica è il viaggio per Bevilacqua. Senza sudare, senza il gelo che ne segue, senza sentire la pioggia che bagna e inzuppa tutti i vestiti, non è viaggiare. Non si può dire che si conosce un luogo se non si è stati inzuppati dalla sua pioggia, se non si è rimasti bloccati da una frana della sua terra, se non si è guadato il suo fiume con l’acqua fino al collo. Perché il viaggiare, dice l’autore, «è la ricerca dei luoghi delle mie radici, della mia anima, della mia identità.»

Lui ha naturalmente un fuoristrada, ma a dispetto del nome, lo usa solo per andare in strada perché poi, fuori strada, ci va a piedi.

E a proposito di “comodità” il Nostro chiarisce che dal suo amore per la Calabria non ha inteso ricavarne vantaggi. Anche quando, in seguito ai successi delle sue iniziative, gli venivano offerti posti di un certo interesse, candidature e altre prebende che molti avrebbero trovato interessanti, lui ha declinato le offerte. Nel fare bene il suo lavoro, nel cercare di fare del bene alla propria terra e, soprattutto, nell’essere un buon padre, ha trovato la sua gratificazione. Ma torniamo al libro.

L’Autore segue un doppio binario. Mentre descrive percorsi e racconta aneddoti che sono poi in molti casi esperienze di vita, anche drammatiche, ripropone il parallelo con il viaggio fatto un secolo prima da Norman Douglas, quasi come se sperasse di incontrarne in qualche punto qualche traccia da lui lasciata o, almeno, immaginare di rivivere le sensazioni che il paesaggio, nei luoghi più impervi rimasto inalterato, potevano provocare sull’inglese.

Molte sono le buone letture di Bevilacqua che emergono in tutto il libro. Oltre alla letteratura degli alpinisti e viaggiatori estremi, non ha tralasciato di leggere i maggiori intellettuali che hanno parlato del viaggio e, in definitiva, dell’uomo.

Ed ecco che di questi autori ci propone delle citazioni che raramente ho trovato così pertinenti e calzanti per aiutare l’autore a esprimere con le parole che in quel momento gli mancano il concetto che voleva. Moltissime sarebbero le citazioni da ricordare. Per esempio la geniale intuizione di Vito Teti, uno dei maggiori antropologi calabresi, che conia il termine di «narrabondi stanziali»

 

Francesco Bevilacqua

Francesco Bevilacqua durante il suo intervento. Foto di Manuela De Fazio

Giuseppe Musolino e Francesco Bevilacqua

Giuseppe Musolino e Francesco Bevilacqua. Foto di Manuela De Fazio

Subito dopo la mia presentazione è intervenuto Francesco Bevilacqua che ha proiettato un bellissimo filmato con le immagini dei momenti più belli delle sue infinite esplorazioni calabresi e lucane sul Pollino, l’Aspromonte e la Sila. Ha poi svolto un ampio intervento in cui ha esposto il suo pensiero sul paesaggio e sulla memoria che abbiamo perso dei luoghi fino a pochi anni fa familiari a tutti gli abitanti. Molti gli episodi che ha raccontato e che si possono leggere nel suo ultimo libro: dai momenti più difficili vissuti nel corso delle camminate fino agli incontri con gli elementi più belli del paesaggio calabrese come le gole tra le montagne, le cascate, la fauna selvatica.
Un particolare appello ha rivolto ai giovani ed è quello di non dimenticare i nomi dei luoghi perchè in essi si ritrovano tracce di un passato che non si può sacrificare in nome di un’illusoria modernità. Sono seguiti poi gli interventi degli studenti e del pubblico che hanno sollecitato l’autore a rispondere alle loro domande.

Vecchia Calabria, edizione del 1978

Vecchia Calabria, edizione del 1978

 

Norma Douglas nel 1935

Norma Douglas nel 1935

Per quanto riguarda «Old Calabria», la fondamentale opera di Norman Douglas, vale la pena sfogliare il libro che aggiungo qui di seguito. E’ in inglese e quindi molti avranno difficoltà a leggerlo (ma esistono in commercio molte edizioni in italiano dal titolo “Vecchia Calabria”), ma l’edizione sfogliabile che vi propongo è la prima edizione inglese del 1915 dell’editore Martin Secker. E’ autografata dallo stesso Douglas e contiene alcune bellissime immagini della Calabria, della Puglia e della Basilicata:

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Informo gli appassionati di meteorologia che è finalmente online il sito dell’Osservatorio Meteorologico del Liceo Scientifico «Luigi Costanzo» di Decollatura di cui ho avuto l’incarico della gestione da parte della Dirigente Scolastica dott.ssa Patrizia Costanzo.

Davis e webcam

L’attrezzatura di rilevamento dei dati è la Davis Vantage Pro 2, un marchio che garantisce qualità e accuratezza dei dati. La centralina acquisisce i seguenti dati:

  • temperatura
  • umidità
  • pressione atmosferica
  • velocità e direzione del vento
  • intensità della radiazione solare
  • intensità della componente UV (ultravioletto) della radiazione solare
  • intensità pioggia

Di tutte queste grandezze vengono memorizzati e mostrati i valori massimi, minimi e medi riassunti per mese e per anno.
Insieme alla stazione meteo è online anche una webcam Mobotix M24 che acquisisce e trasmette una nuova immagine ogni 5 minuti.
La gestione del software da cui dipende la qualità e la fruibilità dei dati è oggetto di studio ed è naturalmente in via di miglioramento. Anche per la webcam a breve sarà attivato un nuovo posizionamento che punterà sul Monte Reventino in modo da avere uno dei panorami più belli di Decollatura visibile sul sito.
Pertanto chiedo ai visitatori di avere un po’ di pazienza in attesa di vedere il sito più aggiornato e più bello.

Il sito che ospiterà i dati della stazione meteo e della webcam è un dominio di terzo livello di quello principale dell’Istituto Costanzo di cui il Liceo fa parte ed è gestito da me in maniera indipendente dal sito principale.

L’indirizzo è: http://meteo.costanzoscuole.it

Prof. Giuseppe Musolino

 

 


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