Presentata la terza edizione della “Grammatichetta” di Felice Costanzo

Sabato 25 agosto, nei locali della Scuola Primaria di Casenove è stata presentata al pubblico la terza edizione (si tratta della ristampa della seconda edizione del 1979) del volume «Grammatichetta italiana in versi» pubblicata per la prima volta da Felice Costanzo nel 1949.

L’idea della ristampa era venuta a Lina Volpe e Vittoria Butera, a loro volta ex insegnanti, che ne hanno potuto apprezzare le qualità pedagogiche e stilistiche quando avevano avuto lo scorso anno tra le mani una copia della seconda edizione del 1979. Sabato finalmente è stato possibile vedere realizzata l’idea che si presenta sotto la forma di un bel volumetto di 94 pagine (Edizioni “Città del Sole”) con la copertina dei quaderni di una volta, forse come quelli che avevano gli scolari del maestro Felice.

Grammatichetta italiana in versi 3^ edizione-ristampa

Grammatichetta italiana in versi 3^ edizione-ristampa

Anche la sede scelta per la manifestazione, il glorioso edificio scolastico di Piazza G. Perri, che era stato inaugurato nell’ottobre del 1930, non è stata casuale. Oltre all’ambientazione “scolastica” di una manifestazione che in qualche modo è voluta anche essere un omaggio alla scuola, gli organizzatori hanno voluto salutare il glorioso “Scolastico” − come tutti lo chiamiamo − che dal prossimo primo settembre non accoglierà più bambini e scolari poichè, per una più razionale utilizzazione dei locali scolastici comunali, da quella data le scuole elementari saranno ubicate nell’edificio della Scuola Media poco distante. La presentazione della “Grammatichetta”, tra banchi, sedie , cartelloni attaccati ai muri è stata quindi l’ultima occasione per parlare di regole grammaticali tra quelle ottuagenarie mura. L’edificio, stanco per l’età, si riposerà per un po’ ma aspettiamo tutti la sua rinascita a nuova vita, auspicandone una sua integrale destinazione ai bisogni culturali della Città di Decollatura.

Alle 18,00 è iniziata la manifestazione, coordinata da Lina Volpe, che ha visto all’inizio il saluto del Sindaco di Decollatura, dott.ssa anna Maria Cardamone, che si è detta compiaciuta per le molte inziative culturali e del clima di collaborazione che si respira in tutte le manifestazioni organizzate nell’ambito del nostro territorio. Molte altre, ha detto, sono in cantiere, come merita una città come quella da lei guidata.

Lina Volpe, Vittoria Butera, Anna Maria Cardamone, Giuseppe Musolino

Lina Volpe, Vittoria Butera, Anna Maria Cardamone, Giuseppe Musolino

 

E’ seguito l’intervento di Lina Volpe che ha raccontato della genesi e della motivazione che l’ha spinta a promuovere questa ristampa. Ecco il testo del suo intervento:

Il libro che presentiamo questa sera è un’opera particolare, sicuramente un’opera unica nel suo genere: una grammatica italiana dove tutte le regole sono espresse in versi.

L’autore, il maestro Felice Costanzo, purtroppo non è più con noi, ma a rappresentarlo degnamente ci sono le figlie, le sue adorate gemelle Rachele e Grazia.

La nostra presenza qui per la presentazione della “Grammatichetta italiana… in versi” vuole essere un omaggio alle nostre amiche Rachele e Grazia e alle loro famiglie, ma vuole essere soprattutto un omaggio alla memoria del maestro Felice e un’occasione per farlo conoscere ai giovani attraverso una delle sue opere che, oltre a essere una piacevolissima lettura, può essere un ottimo sussidio didattico per l’insegnamento e l’apprendimento della lingua italiana.

L’idea di diffondere questo libro ci è venuta quando la signora Rachele ci ha fatto – graditissimo dono – a me, a Peppe e a Vittoria, di alcuni libri scritti dal suo papà. Sono dei libri piccolini, semplici, che sanno di passato, non solo per la veste tipografica o per il prezzo che varia dalle 150 alle 500 lire, ma, soprattutto, per i contenuti e per il linguaggio usato dall’autore. Un linguaggio forse desueto, ma semplice, scorrevole, limpido e chiaro, un linguaggio che solo i maestri di una volta sapevano usare.

Tra questi libri uno in particolare ha colpito la nostra attenzione, la mia soprattutto: la “Grammatichetta italiana in versi”.

Io ho insegnato per 38 anni lingua italiana nella scuola elementare e vi garantisco che non è compito facile, come le mie colleghe sanno bene.

La nostra “italica favella” come la definisce l’autore è sicuramente una delle lingue più belle, ma è certo anche una delle più difficili, con tutte le norme che la regolano.

I bambini, senza grosse difficoltà, imparano a parlare ed, entro certi limiti, facilmente anche a scrivere e a leggere; quello che invece è più difficile è saper parlare, saper scrivere e saper leggere, cioè saper utilizzare in modo veramente completo le infinite possibilità della lingua.

La lingua va studiata nella sua struttura, nelle sue funzioni e, soprattutto, nelle norme che regolano tali strutture e tali funzioni.

Ma, per i bambini delle scuole elementari, soprattutto delle prime classi, non è facile ricordare e mettere in pratica queste norme. Inoltre l’uso corrente del dialetto, lingua che io apprezzo e amo, non facilita il compito agli insegnanti.

Eppure, se è vero che l’uso corretto della lingua scritta e orale è difficile da apprendere nella scuola elementare, è altrettanto vero che se non si impara a leggere e a scrivere correttamente in questa fascia d’età, difficilmente le lacune si colmeranno negli anni successivi.

Nel corso della mia carriera ho sempre cercato di rendere l’insegnamento della lingua italiana interessante e piacevole e perché le regole venissero acquisite e applicate. Mi inventavo di tutto, dai giochi linguistici alle storielle, alle filastrocche, ma non sempre la mia musa ispiratrice mi veniva in soccorso.

Ecco perché quando ho letto la “Grammatichetta in versi” ne sono rimasta affascinata. È una grammatica piccola nelle dimensioni, ma che non ha nulla da invidiare alle normali grammatiche della lingua italiana. L’autore non ha trascurato nulla; proprio come in ogni grammatica che si rispetti, nella prima parte troviamo la fonologia: l’alfabeto, parole e sillabe, l’accento, l’uso dell’ “h”, l’apostrofo, l’elisione e il troncamento, e poi ancora le consonanti doppie, fino ai segni di interpunzione.

La seconda parte è dedicata alla morfologia, dove in modo piacevole sono presentate tutte le parti del discorso, variabili e invariabili, con un’attenzione particolare per l’aggettico e il verbo.

E, infine, la terza parte riguarda la sintassi della frase con la presentazione del soggetto, del predicato, dei principali complementi, del discorso diretto e indiretto.

Utilizzando solo il testo poetico, l’autore ci propone quindi tutte le rgole della nostra lingua. Se tutti conoscessimo a memoria quello che sta scritto in questo piccolo volume, potremmo veramente ripetere col maestro Costanzo:

“Dell’analisi vasta
appreso ho quanto basta”

E’ stata poi la volta di Giuseppe Musolino che ha illustrato sinteticamente, anche con la proiezione di immaginie documenti, le tappe essenziali della vita e dell’opera di Felice Costanzo, già note ai frequentatori di questo sito (vedi articolo a lui dedicato). Le immagini proiettate, anche se prive di commento audio, sono visibili qui di seguito:

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Vittoria Butera ha poi illustrato la sua relazione sulla “Grammatichetta”,  anche questa a disposizione dei lettori:

La riscoperta di un gioiello letterario

Abituati a cercare la bellezza e il piacere letterario nel romanzo e nella poesia, forse suscitiamo un certo stupore nel proporre una esigua grammatica come fonte di piacevole lettura. Si tratta in realtà di una grammatica particolare intitolata “Grammatichetta italiana in versi”.

Soltanto uno specialista come Felice Costanzo ha potuto concepire il progetto di tradurre in versi le regole della grammatica italiana: ha avuto la stessa audacia, possiamo dire, che ebbe un altro calabrese, Alberto Cavaliere, nel tradurre in versi la chimica. Sono state certamente l’esperienza didattica e la vasta cultura che hanno consentito all’autore di progettare un’operazione tanto originale e di riuscirvi in modo eccellente.

Nonostante dovesse operare su una materia frammentaria come appunto è una grammatica, divisa in parti, FC ha voluto dare al suo lavoro una veste unitaria introducendo l’opera con un componimento dedicato alla lingua italiana, che serve come tratto di unione. Si evince così sin dall’incipit il livello alto dell’opera che si colloca nella tradizione letteraria italiana risalendo a Boccaccio che fece di 100 novelle un’opera unitaria inquadrandole in una cornice. Il primo componimento “La Lingua”, infatti, loda la bellezza della lingua nazionale e risulta una lezione di stile: lo stile appunto che interessa la composizione delle frasi, l’aspetto lessicale, i valori semantici, ossia tutte le componenti grammaticali e sintattiche della lingua costituita da parti specifiche. Da buon maestro, FC non trascura l’aspetto sociale e pratico della lingua, perciò consiglia di comunicare con parole appropriate ma che siano anche “brevi e ponderate”. Un consiglio, questo, che assume di per sé il valore delle massime di saggezza, ed accentua, inoltre, il livello elevato dell’opera evocando il consiglio che Virgilio diede a Dante quando, spingendolo a parlare con l’autorevole personalità di Farinata degli Uberti, lo esorta con la frase: “Le parole tue sian conte”, dove nell’unico vocabolo “conte” sono compresi i due significati, espressi da FC, di contate (poche, brevi) e, frutto di meditazione (dal latino cogito, ossia medito, pondero, rifletto).

Il libro è suddiviso in tre parti: in una prima sezione introduttiva l’autore traduce in versi le regole elementari della grammatica italiana; seguono: Le parti del discorso e I primi elementi di analisi logica.

Per rendere memorabili le regole grammaticali FC ricorre alle tecniche tipiche dei passatempi linguistici dell’infanzia e della popolazione del secolo scorso che, in un’epoca priva di comunicazione mediatica, usava come intrattenimento anche la magia della parola cimentandosi nella ricerca di parole  (“L’H”, “La Preposizione”), giocando con indovinelli e scioglilingua (“la Giostra dell’Accento”).

Accostamenti di parole giocati sull’onomatopea, perifrasi efficaci, espressioni evocative della cultura popolare, circonlocuzioni di vecchi detti, visualizzazione dei concetti tramite l’ipotiposi che anima le immagini fanno di questa “Grammatichetta Italiana” un prodotto letterario originale (“Le Vocali”, “La Sfilata dei Monosillabi”).

Per fare sì che il suo lavoro serva all’apprendimento, FC ne alleggerisce l’impegno inserendo le norme grammaticali in strutture stilistiche essenziali e facilmente memorizzabili. Per il metro usa l’endecasillabo a rima baciata nel distico; come strofa è frequente la quartina perlopiù a rima alternata. Le regole semplici sono sintetizzate in pochissimi versi (“La lettera Maiuscola”); le regole complesse articolate in componimenti più lunghi che assumono l’andamento della filastrocca (“L’Apostrofo”).

FC rende efficaci le regole grammaticali in versi con espedienti vari: evocazioni letterarie famose, in particolare dantesche, tra cui è memorabile “il dolce sì” che l’Alighieri usa come connotazione della dolcezza della lingua italiana parlata nel territorio di Siena; la visualizzazione dei concetti tramite immagini ad effetto: “con che lunghi e brutti musi” imprime nella mente l’esclamazione di dolore, mentre per le esclamazioni di gioia trae la frase “troppo ridono gli stolti” dal noto detto latino “risus abundat in ore stultorum” (“il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi”). Frequenti le similitudini e gli accostamenti che fanno scaturire un sorriso, come il distico finale delle esclamazioni: “Ih! ed oh! fa chi sbadiglia \ ed il ciuccio quando raglia”. Ritenendo utile alla memoria anche il buon senso comune, FC compone versi che suonano come le antiche massime di saggezza, ad esempio, a proposito dei prefissi che raddoppiano, dice: “Se nuoti contravvento \ non sempre sei contento”; non mancano i riferimenti ad abitudini e a dati di fatto, tra cui (sempre per i prefissi che raddoppiano): “Socchiude gli occhi al sonno \ il bimbo in braccio al nonno”.

E’ molto probabile che Felice Costanzo abbia incominciato a tradurre in versi le regole grammaticali come gioco per i suoi alunni in modo da facilitare l’apprendimento, ma certamente il suo progetto, per il suo valore intrinseco, ha superato l’obiettivo didattico risultando un piccolo gioiello letterario di piacevole lettura. L’editore Franco Arcidìaco (Città del Sole), avendone capito l’importanza non ha esitato a ristampare questa “grammatichetta” per diffonderla in tutto il territorio nazionale. Anche a lui, oltre che a Rachele Costanzo che ha acconsentito a questa pubblicazione affinché non vada perduto il lavoro egregio di suo padre, vanno i ringraziamenti di chi apprezza la scoperta delle piccole autentiche cose dietro le quinte delle mode letterarie.

 

In conclusione l’intervento di Rachele Costanzo che, a nome dei familiari, ha ringraziato tutti per la meritoria opera di riscoperta delle opere del padre e per la felicità donatale per l’indimenticabile giornata. Durante il suo intervento Rachele Costanzo ha anche ricordato qualche episodio su quanto accadeva nella loro casa quando il padre era intento alla composizione della Grammatichetta. In particolare ha ricordato i momenti in cui a tutti quelli di casa toccava ascoltare gli ultimi versi appena composti dal padre. E poi anche le parole dello zio Don Luigi che al cognato Felice prediceva quanto sarebbe stato arduo affrontare in versi la parte relativa al verbo.

Anche la prof.ssa Maria Teresa Sacco, nipote di un cugino di Felice, è intervenuta per ricordare episodi di vita vissuta, avendo avuto lei la fortuna di conoscere personalmente l’autore dell’opera.

Ciliegina sulla torta, come si usa dire, sono state poi due bambine della scuola primaria di Casenove, Maria Antonietta Bonacci e Maria De Grazia, che hanno letto alcuni versi della Grammatichetta, dimostrando abilità nella lettura e disinvoltura nell’affrontare il pubblico.