Pietra Santa Filomena (Decollatura, CZ), una roccia coppellata sul Monte Reventino. Nuovi aspetti pre-protostoria dell’appennino calabrese.

Articolo pubblicato negli Atti della tavola rotonda «L’arte rupestre dell’età dei metalli nella penisola italiana: Localizzazione dei siti in rapporto al territorio, simbologie e possibilità interpretative», a cura di Renata Grifoni Cremonesi e Anna Maria Tosatti, tenutasi a Pisa il 5 giugno 2015, pp. 183-196.

Gli autori:

  • Dario Sigari, Università degli Studi di Ferrara, Dipartimento di Studi Umanistici
  • Ginevra Gaglianese, Collaboratrice esterna Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria

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Con Dario Sigari a Santa Filomena – Agosto 2014 durante il rilievo


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La Calabria su Voyager

Ieri sera (18 luglio 2016) è andata in onda su Raidue una interessante puntata del programma Voyager condotto da Roberto Giacobbo che ha destato l’attenzione di molti. Il motivo per cui segnalo l’evento è che si è trattato di una puntata molto interessante per l’archeologia nel territorio calabrese. Il taglio è stato un po’ ai confini tra scientifico ed esoterico, cosa che non fa bene alla ricerca come propriamente dovrebbe intendersi però è anche vero che il perdurante disinteresse dell’archeologia ufficiale per molte problematiche “dure da masticare”, lascia spazio a chi sa offrire un taglio accattivante ricorrendo al consueto pacchetto di magia ed esoterismo. Non condivido nulla di questo taglio interpretativo ma se abbiamo dovuto aspettare Voyager per vedere affrontata la tematica dell’archeologia dei siti in pietra della Calabria qualche riflessione occorrerà anche fare.

La puntata si è occupata anche, anzi direi soprattutto, della leggenda della sepoltura di Alarico a Cosenza (dal minuto 18:26). L’idea di utilizzare la figura di Alarico come testimonial della città non è nuova ma in questi ultimi tempi ha subito un’accelerazione grazie al coinvolgimento di Vittorio Sgarbi da parte dell’Amministrazione comunale di Cosenza. Personalmente non condivido molto Alarico come emblema di Cosenza e, indirettamente, anche della Calabria. Alarico era un re straniero e un invasore e non vedo in che modo potremmo identificarci con la sua figura e la sua azione. Ben diverso è il tentativo di trovare la sua sepoltura che già da solo è capace di promuove l’interesse per la storia e l’archeologia del territorio calabrese.


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