La presentazione del libro “I ragazzi della Fiumarella” di Giovanni Petronio e il futuro che ci aspetta.

Ieri 19 dicembre 2017 nell’Auditorium del Liceo Scientifico di Decollatura Giovanni Petronio ha presentato il suo libro «I ragazzi della Fiumarella. Un disastro ferroviario a colori» (Link Edizioni, Lamezia Terme, 2017, 224 pagine, illustrato).
Insieme al Dirigente Scolastico dell’Istituto Costanzo dott. Antonio Caligiuri, c’erano l’ex Sottosegretario ai trasporti Giuseppe Soriero che ha curato la postfazione al volume, il giornalista Gennaro Cosentino della sede Rai di Cosenza, lo scrittore Pasquale Allegro autore della premessa del libro di Petronio. Nella sala, insieme ai numerosi studenti dell’Istituto, erano presenti tanti cittadini e molti familiari delle vittime.

 

Locandina

 

Gli interventi che si sono susseguiti hanno evidenziato tutti gli aspetti della tragica vicenda: da quelli più propriamente legati ai tragici fatti  alla condizione generale della Calabria del secondo dopoguerra che faticava a conseguire un miglioramento apprezzabile nelle condizioni di vita di lavoratori e studenti, le categorie più colpite dalla tragedia.

Il pubblico

Gennaro Cosentino, Antonio Caligiuri, Giovanni Petronio, Giuseppe Soriero, Pasquale Allegro

L’Autore ha ringraziato le famiglie che nel corso della ricerca gli hanno fornito materiale e testimonianze − tutti riportati nel volume. La scrittura  ha il taglio tipico del giornalismo d’inchiesta ma non nasconde il coinvolgimento e la commozione dell’Autore che sembra idealmente offrire alle mamme delle vittime la sua spalla per condividere l’insopportabile peso dell’immenso dolore. Petronio ribadisce nel saluto finale l’impegno di non dimenticare mai nè i fatti nè le persone e operare affinchè ciò non si verifichi mai. La manifestazione ha visto anche due brevi momenti musicali offerti dallo studente di 3 Liceo Francesco Costantino che durante il passaggio di testimone tra i relatori ha suonato al pianoforte bellissimi brani musicali molto ben scelti ed eseguiti.

Gennaro Cosentino, Giovanni Petronio, Pasquale Allegro

Gennaro Cosentino, Giovanni Petronio, Giuseppe Soriero, Pasquale Allegro

Studenti della 4F del Liceo con Giovanni Petronio

Appena tornato a casa ho iniziato la lettura del volume appena acquistato (con tanto di dedica personalizzata) scritto dal mio ex studente diplomatosi nel 2005 e che da allora ha conseguito non so più quante lauree e master. Mentre leggevo non facevo che ripensare alla splendida mattinata e ai magnifici interventi ascoltati e contemporaneamente alla condizione attuale della Ferrovia della Calabria. Dico subito che la situazione non mi vede tranquillo. La tragedia della Fiumarella di 56 anni fa ha condizionato permanentemente − forse irrimediabilmente − la possibilità a Decollatura di parlare di ferrovia senza parlare della Fiumarella. Sebbene questo sia innegabilmente indice di sensibilità e attaccamento, non dobbiamo dimenticare che ferrovia significa anche sviluppo, occupazione, commercio: in una sola parola progresso. Se Decollatura è diventato il principale polo dell’istruzione del circondario già con il primo Ginnasio-Scuola Media presso cui hanno studiato giovani dei paesi vicini ove c’erano solo le scuole elementari, è perché Decollatura era un comune baricentrico facilmente raggiungibile per ferrovia da Colosimi, Bianchi, Soveria Mannelli e così via (istituito nell’a.s. 1938-39 il Ginnasio inferiore interruppe il suo funzionamento solo durante il periodo bellico e riprese a funzionare dall’a.s. 1947-48). Analogo impulso diede la ferrovia allo sviluppo delle fiere e dei mercati nonché del commercio in genere. Altrettanto importante è stato l’impulso dato all’occupazione dall’arrivo della ferrovia, considerando il gran numero di personale richiesto per la sua costruzione e il suo funzionamento. Così come si può dire che ogni famiglia, intesa nel senso più largo abbia avuto una vittima nel disastro della Fiumarella, è altrettanto vero che quasi ogni famiglia, direttamente o indirettamente, abbia avuto un’entrata economica prodotta dalla ferrovia. Un esempio potrei fornirlo io stesso dal momento che un cugino di mio padre, il giovane studente Orlando Musolino, perse la vita il 23 dicembre del 1961, ma già suo padre Domenico Antonio era un caposquadra cantonieri, così come lo è stato mio padre Camillo. Anche mia madre Emanuela per qualche tempo svolse il lavoro di guardia barriera al passaggio a livello di Cerrisi con il compito di sistemare i cavalletti bianchi per bloccare il traffico in coincidenza del transito del treno. Mio fratello Corrado oggi guida i treni della Ferrovia della Calabria ed è l’ultimo rappresentante della famiglia a continuare la tradizione.

Come mezzo per raggiungere Catanzaro poi il treno svolgeva un servizio importantissimo: raggiungere il capoluogo per il disbrigo delle pratiche era facilissimo, così come raggiungere il mercato di quella città per vendere prodotti molto richiesti e ricercati come i filara. I contadini non andavano in città per “portare omaggi ai potenti, come all’epoca scrisse qualche giornalista, ma per svolgere un onesto commercio con cui sostenere la famiglia. Fu così che vi trovò la morte Maria Carmela Volpe che ricordo perché abitava nelle palazzine di Cerrisi,  all’appartamento al primo piano a destra dello stesso immobile in cui abitava la mia famiglia. Ricordo l’odore dolce di castagne che si sentiva appena entrati nella sua casa trasformata in laboratorio per la preparazione dei filara di castagne e che noi bambini del caseggiato (allora avevo sei anni) qualche volta frequentavamo per aiutarla a infilare le morbide castagne con ago e filo grosso. Carmela poi portava a cuocere i suoi filara al forno che ancora resisteva nella vecchia casa di famiglia di Orsi Superiori, e poi li riportava indietro in grandi ceste. Il giorno successivo, talvolta anche insieme a mia zia Vincenzina, raggiungeva Catanzaro o Cosenza per vendere il prodotto. Come avrebbe fatto a recarsi in un mercato con la sua merce senza il treno? Come avrebbe fatto Agostino, il tabaccaio di Cerrisi, che vedevo dal balcone di casa mia tornare col treno da Catanzaro, a rifornirsi dei generi di monopolio con cui riempiva un pesante scatolone senza il treno? Come avrebbero fatto a portare a casa uno stipendio i numerosi impiegati che negli anni d’oro trovarono occupazione negli uffici di Catanzaro?

Mi sono lasciato prendere la mano dai ricordi che devo lasciare ma non credo che chi legge queste pagine abbia bisogno di ulteriori argomentazioni per capire che la ferrovia è stata sviluppo ed economia. Tutte le storie di città grandi o piccole, raccontano come le stesse abbiano seguito il destino delle vie di comunicazione su cui sorgevano: facili a crescere e altrettanto pronte a decadere se quella strada (d’asfalto o di ferro) veniva sostituita da un’altra che le tagliava fuori.

E arrivo adesso al punto che più mi interessa. La Regione Calabria ha bandito un pubblico concorso per uno “Studio di fattibilità per la Riqualificazione della linea Cosenza – Catanzaro delle Ferrovie della Calabria S.r.l.” la cui aggiudicazione è avvenuta il 16/03/2016 (pubblicata sulla G.U del 6/05/2016) per un valore di € 321.383,48 (relativo alla progettazione) a favore del Raggruppamento Temporaneo Sintagma Srl con sede in San Martino in Campo (PG). Questi sono gli intenti della Regione Calabria (il testo completo del bando si può scaricare da questo link  sul sito della Regione):

Capitolato Prestazionale
Studio di fattibilità per la Riqualificazione
della linea Cosenza – Catanzaro delle Ferrovie della Calabria S.r.l.
CIG 6488669B0A – CUP I52F13000100002

Art. 1- Premessa
La Regione Calabria, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Ferrovie della Calabria hanno sottoscritto la rimodulazione degli interventi da effettuarsi con fondi a disposizione inseriti tra quelli di cui all’art. 9 della L.R. 20 del 2011.
In tale rimodulazione è stato inserito, tra gli interventi programmati, quello relativo alla redazione di uno studio di fattibilità dell’intervento di riqualificazione e velocizzazione della linea Cosenza – Catanzaro Città.
Lo studio è finalizzato alla realizzazione di un collegamento rapido, in sede ferroviaria, delle due aree urbane di Cosenza e Catanzaro, con prosecuzione fino all’UniCal sul versante cosentino e fino al polo universitario di Germaneto e la Cittadella Regionale sul versante catanzarese, mettendo a sistema le due infrastrutture di prossima realizzazione consistenti nella tranvia cd “metropolitana leggera Cosenza – Rende – UniCal” (completata con altro progetto con l’elettrificazione fino a Rogliano per l’esercizio con modalità tram-treno), ed il cd. S.F.M. di Catanzaro (Sistema Ferroviario Metropolitano) che prevede il raddoppio della tratta Catanzaro (Sala) – Catanzaro Lido ed il cd. “Pendolo” consistente nel prolungamento della linea ferroviaria regionale a scartamento ridotto da Catanzaro (Sala) verso Germaneto.
Gli interventi si proiettano in una visione strategica di ricucitura delle due importanti aree urbane, la cui popolazione residente supera complessivamente i 500.000 abitanti, con l’obiettivo di favorire e attrarre la domanda di trasporto fra i due poli, caratterizzati da un forte pendolarismo bidirezionale, intercettando nuovi flussi, stimolando interscambi di tipo commerciale, culturale e sociale, decongestionando il traffico stradale ed autostradale e, in particolare, valorizzando le aree interne, anche ai fini di aumentarne l’attrattività, riducendone i fenomeni di spopolamento e abbandono determinata, tra l’altro, anche dall’insufficiente rete di trasporto viaria e ferroviaria.

Art. 2- Obiettivi
Gli obiettivi ipotizzati sono quelli del raggiungimento di un tempo indicativo di percorrenza totale della intera tratta di circa ≤ a 60 minuti per treni cd. “intercity” e di 75 minuti per i treni con le fermate, evitando di snaturare completamente il carattere di ferrovia di montagna e quindi privilegiando il collegamento delle aree interne e limitandone, di conseguenza, lo spopolamento.
Le schede dovranno essere composte da:
– Relazione Illustrativa
– Relazione Tecnica
– Elaborato Tecnico Economico
– Elaborati progettuali conseguenti
– una ipotesi di programma di esercizio che preveda la presenza sia dei treni cd. “intercity” che di quelli con le fermate, completa del calcolo dei treni·Km da effettuare e delle relative composizioni dei convogli da utilizzare.
Ai fini del raggiungimento degli obiettivi ipotizzati evidenza particolare dovrà essere posta sulla possibilità dell’eliminazione della massima parte dei passaggi a livello esistenti con i conseguenti
interventi alla viabilità circostante, la recinzione dell’intera tratta ferroviaria e la previsione del raddoppio delle tratte laddove, sulla scorta del programma di esercizio predisposto, se ne dovesse ravvisare la necessità.

Le finalità del progetto regionale sono più che condivisibili e corrispondono pienamente alle attese: valorizzare le aree interne togliendole dall’isolamento. La Ferrovia della Calabria ha bisogno di investimenti e di ammodernamento. Ma il problema è come questo avverrà: se per velocizzare la linea si peggiorerà la raggiungibilità delle stazioni tutto sarà stato inutile.

Sono passati dei mesi e probabilmente lo studio di fattibilità è pronto, anzi siamo sicuri che è pronto perché è stato più volte preannunciato che sta per essere reso pubblico. Come si fa a rendere percorribili quasi 100 km di ferrovia di montagna a scartamento ridotto se non “raddrizzando” qualche tratto senza spendere una fortuna in gallerie e ponti? Qui la responsabilità passa ai progettisti i quali potrebbero agire tenendo conto più del contenimento della spesa di realizzazione dell’opera che della storia e delle esigenze della popolazione. Eliminare due stazioni che servono comodamente due paesi e sostituirle con una ubicata a metà strada, non renderà inutile l’opera per due paesi? Sanno i progettisti che il moderno edificio del Liceo Scientifico di Decollatura costato centinaia di milioni è stato ubicato nei pressi della stazione di Decollatura per rendere facilmente raggiungibile la sede dagli studenti pendolari?

L’assordante silenzio con cui si attende la pubblicazione di questo studio di fattibilità non mi piace per niente. Perché nessuno sul territorio ha organizzato una discussione su questo tema? Perché siti solitamente ben informati, e anche in anticipo, su quello che sta per accadere sul territorio non hanno finora trattato questo argomento e debba venire dal mio sito il primo richiamo (almeno così credo) dell’attenzione su un tema così cruciale? Le possibili alternative non sono molte e fra queste, e mi pesa già il solo pensarlo e scriverlo, c’è un bel tratto dritto di nuova linea ferroviaria che non passi più per le attuali stazioni del nostro comune. E sì perché Decollatura con le sue tre, anzi quasi quattro, stazioni ferroviarie, vanta un vero record superato solo da Catanzaro. Dove trovare una sede da sacrificare più facilmente aggredibile?

ordine-servizio-1934

Cari amici della Ferrovia, caro Giovanni Petronio, svegliamoci e stiamo attenti. Il nuovo anno arriverà presto e allora, quando saranno passate le feste e tutte le ricorrenze, potrebbe giungere il momento “buono” per farci conoscere il nuovo progetto e la cosa non mi lascia tranquillo. Mi preoccupa quello che mi ha detto “l’uccellino” che parla di una “ottimizzazione” del numero di stazioni per cui una (magari con il solito nome “collettivo” che eviti quello di Decollatura) protrebbe bastare per tutti, tanto in fondo con qualche bus navetta si potrebbe collegare… ecc…

Noi vogliamo la difesa della ferrovia come elemento identitario della nostra comunità e come veicolo di sviluppo sostenibile del territorio. Se i fondi per il sostegno delle aree interne devono servire per finanziare progetti che ne determinino lo spopolamento, c’è qualcosa di profondamente sbagliato e surreale. Noi dobbiamo sapere cosa si sta pensando di fare e ostacolare, come in altri tempi si è fatto, una progettazione lesiva degli interessi della nostra comunità. 

Concludo con un brano tratto dal discorso inaugurale del prolungamento fino a Decollatura della linea proveniente da Cosenza tenuto proprio nella stazione di Decollatura dall’avvocato Giuseppe Tomaino il 30 marzo 1924 (pubblicato sul n. 230 di «Storicittà»), sperando che sia per i lettori fonte d’ispirazione:

Per questa valle, o miei concittadini, ineluttabilmente doveva passare una nuova linea ferrata. La storia può ritardarsi, non ostacolarsi. Presto o tardi alla storia bisogna rendere omaggio. Abbiamo potuto correre per un momento il pericolo di restare segregati; ma la nostra costanza non ha permesso che si commettesse un errore e si perpetrasse un’ingiustizia. Quando la nostra Decollatura correva il pericolo di restar tagliata fuori dalle vie della civiltà, voi sorgeste compatti ed avete ottenuto lo scopo. Gloria a voi, o cittadini, che fermamente voleste la ferrovia e gratitudine eterna a tutti coloro che, rivestendo cariche politiche, sorressero i vostri sforzi.


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